mercoledì 15 febbraio 2012

SANREMO 2012 - PRIMA. Delude Celentano, sorprende Papaleo

Gara sospesa. Con questa comunicazione si conclude la premiere sanremese. Ma ci si chiede: stasera c’è stata una gara? A mio modesto parere rispondo con un secco no! 


Non ho visto affatto la gara canora che mi aspettavo di vedere, quella del festival della canzone italiana. Qualora ci fosse stata, e per me mia mancanza non me ne fossi accorto, ritengo che questa sia stata oscurata da una presenza tanto sacra quanto blasfema: Adriano Celentano. Sacro quando porta sul palco la sua arte, quando canta, quando canta nel suo inglese italianizzato, quando canta molleggiando, quando canta restando fermo fermo immobile. Blasfemo quando parla, e ancora parla, e ancora parla e parla col tentativo (riuscitissimo) di sorprendere, di superare se stesso.  L’aizattore di folle facciamolo fare a chi, nella società, è chiamato a farlo, visto il posto che ricopre in esso, visto le competenze in merito che ha. Non si può in prima serata su Raiuno, all’interno di una trasmissione d’intrattenimento, spacciarsi per giuristi andando a disturbare anche la Costituzione. Così come non si possono dare pareri, che risuonano come giudizi, circa la Chiesa come istituzione cattolica: è un modo gratuito, e quindi troppo semplice,alla portata di tutti, per risultare borderline, fuori dagli schemi. Non solo: questa celentanata offende indiscutibilmente ferventi cattolici che in quel momento, con il loro contributo economico, stanno consentendo la presenza di Celentano lì. Peraltro finisce, questo treno, per camminare fuori dai binari nel momento in cui il monologo si sposta su dg Rai, Aldo Grasso: vicende private di cui potevamo anche fare a meno. 
In ogni modo: osare si ma con moderazione. Moderazione in termini di tempi e di toni.

Per fortuna tra le novità che questo Festival propone risulta una nota di colore Rocco Papaleo, senz’altro la rivelazione di questo festival: la mimica, figlia di esperienza teatrale, rapisce; i testi sono ben scritti; l'emozione, se c'è, è ben nascosta.Difficoltà a nasconderla la ha avuto sicuramente il padrone di casa, più di quanto ovviamente  la potesse avere lo scorso anno. Alla prima esperienza ci sta tutta l'emozione e la paura di una prima volta. Alla seconda c’è l'emozione (e la paura) di non bissare il successo dell'anno precedente.
Ma se lo scorso anno tra un ingessatura e l’altra trovavamo le due belle a far da contraltare, quest’anno la partecipazone straordinaria (e in extremis) delle due viene rilegata a un ora di trasmissione. Nulla di nuovo da un anno all’altro: per chi pensava che la Canalis fosse cresciuta artisticamente si dovrà ricredere (e menomale che provava già da una settimana. Ah si consiglia, oltre che di urlare di meno, di non applaudire. Quel movimento spalla-gomito è pressappoco simile a quello delle ciacione del mercato). L’apertura merita un discorso a parte: bellissima l’idea di creare un ponte immaginario con la precedente edizione, interessante fare questo riproponendo Luca e Paolo, se solo non avessero fatto 35 minuti di monologo, con battute, consentitemi, già sentite. Non è stato un momento piacevole. 

Nel complesso la prima puntata tra vari tempi morti, tra neri eccessivamente vicini per consentire lo sproloquio di Celentano, tra problemi tecnici come il voto della giuria demoscopica (si è sfiorata la rivoluzione) non l’ho trovata piacevole. Prodotto confezionato male e presentato non bene. La prima puntata, come tutte le prime puntate, non supera la sufficienza. La sostanza c’è comunque: per ora è come un grande pezzo di das che attende di essere modellato. Dalle preziose mani di un buon lavoro autorale. 

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