martedì 25 giugno 2013

INCONTRI - Se prometto non mantengo

"Che bel sorriso che ha!"

Proprio così mi ha detto questa mattina Olga, una vecchina di ottantadue anni incontrata al banco frutta del supermercato . Sia chiaro, io gliene avrei dati settanta.

Generalmente quello è l’angolo del supermercato in cui perdo meno tempo;  vado a colpo sicuro: due buste di insalata già lavata che mangio con un pò di timore da quando la mamma di Clara mi ha detto che può essere cancerogena per via delle scritte sulla busta, un casco di banane o una decina di mele prese a caso tra le altre senza neanche guardarle molto. Molto più tempo invece impiego negli scaffali ‘colazione’: plum cake o cornetti? Pan di stelle o gocciole? L’indecisione sommata alla gola, dà me come risultato. Ma  adesso che ho iniziato la dieta, devo dire che sono decisamente migliorato: sguardo alto e fiero e via dritto. Il massimo che mi concedo sono i cornettini vuoti da immergere nello yogurt la mattina, o biscotti ipocalorici per la stessa pratica ma alla sera. Francesca mi rimprovera: sostiene che mi prendo in giro, dal momento che mangiare biscotti ipocalorici in quella quantità, o alla sera dopocena immersi nello yogurt, non da sicuramente l’effetto desiderato. Io sono un po’ lento, ho bisogno di tempo per realizzare. Ci sono esami che mi piace darli e ridarli proprio per il piacere di assimilare bene quella materia; allo stesso modo come ho imparato a dire no a merendine, cioccolati e cocacole, e frequentare costantemente la palestra, riuscirò a ridurre tutto il cibo extra. Intanto ho detto no al lievito: proprio una litigata di quelle brutte, con porte sbattute e frasi che non avrei mai voluto dire tipo ‘se esci da quella porta non ritorni piu’. Ma no problem, l ho gia rimpiazzato. Ho de nuovi pretendenti: verdure di vario genere, affettato di tacchino… Ah mi è stato anche presentato il pomodoro. Forse prima lo avevo un po’ sottovalutato, magari non mi era stato presentato nel modo giusto, o semplicemente si faceva circondare da amicizie che a me non andavano a genio, tipo tale patata e tale cipolla. Due zoccole, proprio le guardi e non puoi non utilizzare altri termini.  Madre mi aveva raccomandato di comprarlo non appena sarei ritornato a milano, dal momento che durante la mia permanenza a casa in Sicilia ho praticamente fatto overdose di pomodoro, purche tagliato a pezzettoni. Padre però si anche era premurato di specificare ‘pomodoro verde, verde’, mettendomi assolutamente fuori strada e lasciandomi confuso alquanto. Da che Sharon Stone è bona, il pomodoro è rosso. Ma proprio stride già l’abbinamento di colore al nome, come dire "Mara Venier conduce Buona Domenic"’. Sta male, no? In ogni modo, facendo io affidamento a quanto detto dallo chef della famiglia, mi son messo alla ricerca di sto pomodoro verde e, ad essere onesto l’ho anche trovato. Ma era visibilmente acerbo: mi sono detto "Cosa lo compro a fare un pomodoro che potrò mangiare fra una settimana, se ho qui accanto questo rosso e già maturo che posso mangiare già questa sera?". Seguendo questa filosofia, ho comprato sto bel rametto di pomodori, con molto orgoglio devo dire, in quanto componente base delle spese della prova del cuoco. E’ la frutta però il must di questa dieta: non deve mancare. Anche perche la frutta di questa stagione è la mia preferita: pesche top of the top, a seguire nespole solo se già sbucciate in quanto dopo mi puzzano le mani e prima mi scivolano addosso macchiandomi (forever), albicocche solo se morbide e succose e ciliegie alla fine, proprio perche piacciono a tutti e io sono stronzo. Quindi alla ricerca delle pesche: cestino pronto o cernita tra le sfuse? Quelle nel cestino erano più dure dei pomodori verdi di mio padre, quindi scelta meticolosa e vai col peso. E galeotta fu proprio la bilancia per l'incontro con la Olga. Un gioco di sguardi, di sorrisi, di "Vada lei" "No prego lei…". Rimetto la cuffietta sinistra che avevo lasciato cadere, carrellino alla mano e via tra i corridoi del supermercato. Angolo colazione e tutto regolare, cioè contemplazione davanti gli scaffali, poi angolo marmellate il cui acquisto lo rimando sempre alla volta successiva e, finalmente angolo bagno. Chi ritrovo? Esatto, proprio Olga. Ma stavolta da due semplici sorrisi, passiamo a un’intervista cuore a cuore: mancava solo il segnale orario in altro a sinistra, in pieno stile pomeriggio cinque. Mi chiede degli esami, dando per certo che sia uno studente fuorisede; indovina anche le mie origini, anticipandomi, giustificandosi che la Sicilia non è meridione, è una cosa a parte: tesi dimostrata dal carattere del cugino del marito, marito della cugina diretta, in quanto bravissima persona. Sarà, ma viva Napoli. Ipotizza che io studi al Politecnico e, senza lasciarmi finire di dire dove studi realmente, mi incalza confessandomi che il figlio ha studiato lì: è ingegnere, e visto il carattere non poteva fare altro. Crede che gli ingegneri siano molto schematici, molto ordinati, ma vittime di quell’ordine maniacale. Infatti ogni qual volta il figlio va a trovare la madre a casa, riordina la casa secondo le sue logiche da ingegnere, forse più funzionali. È del parere che lo studio forma il carattere. Su questo non riesco a dissentire: concordo. Anche se visto il mio impegno allo studio, il mio carattere su cosa poggia mi sto domandando? Olga avrebbe preferito un figlio architetto, magari con più estro, come l’ex fidanzata di lui. Si sono lasciati, proprio perché architetti e ingegneri non vanno d’accordo. Gli uni più artisti e fantasiosi, gli altri più concettuali. Mi saluta, si complimenta per la mia disponibilità e io mi riempio di gioia nell’avere regalato dieci minuti di svago a una signora di ottantadue anni, le cui giornate sono l’una uguale alle altre. Si sincera che vada a fare la spesa sempre lì, in modo da potersi rivedere. Io prometto. Salutandola mi chiedo se davvero sia convinta che tra il figlio e la fidanzata sia finita per divergenze concettuali. Magari non ci crede neppure lei, ma così le ha giurato il figlio per alleviarle questo dispiacere. E così ha promesso a se stessa di crederci per sempre. Le invidio la  capacità di promettere e mantenere la promossa: io proprio non sono capace, non sono mai riuscito. Fin’ora sono riuscito solo a mantenere la promessa di acquistare i pomodori. Anzi è stata una promessa a metà, visto che per il colore mi sono affidato a me stesso. Credo da sempre di essere un insicuro, ma sostanzialmente ascolto solo me stesso.
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SC

mercoledì 12 giugno 2013

NADIA RINALDI A JUMP


Sono così emozionato all'idea di vedere questa sera NADIA RINALDI, no dico N A D I A R I N A L D I aka FACCIONE (già basta dire nadiarinaldi che ti viene in mente qualcosa di esaggggggerato, tipo a me viene in mente u Natale), SPLASH-icata sulla piscina del Foro italico, che manco quando aspettavo le prime puntate del serale di Amici.

Vai Nadia, vai a trovare il petrolio e facci ricchi 

domenica 7 aprile 2013

Prima puntata serale Amici 12

Se dubbi si prospettavano circa l'interesse che (non) avrebbe suscitato una trasmissione in differita di una settimana, più certezze dava l'idea di un serrato montaggio di una registrazione. Il giorno dopo la premier, queste aspettative non sono stato smontate, nonostante il sottoscritto auspicasse a un montaggio più ''Got Talent'' style.
La gara é il cuore della puntata, i tempi sono veloci (merito del montaggio?), mancano sterili polemiche tra professori che hanno finalmente trovato il proprio ruolo, abbandonando per fortuna anche quello di coreografi. Incantevoli le coreografie della Celentano di Cartiana e Anbetiana memoriana, ma nulla a che vedere con l'impatto visivo, con la maestosità delle spettacolari coreografie di Giuliano Peparini, coreografo e direttore artistico di Amici 12.
Di contro la pecca di queste coreografie è quella di presentare molteplici elementi in unico pezzo, quindi troppi ballerini, fattore ai limiti della confusione.
E dopo anni di edizioni uguali l'una all'altra, se non con la modifica di meccanismi di eliminazione da laurea in ingegneria per comprenderli, con l'apporto di guanto di sfida, e altra poca roba, ottima la scelta delle sfide di gruppo, delle prove comparate (evidenziate dalla magistrale scenografia di Mario Catalano. La più bella di sempre!) e di non far confrontare allievi di mondi diversi su uno stesso pezzo, situazione che come ben si ricorda finiva col mettere in ridicolo quell'allievo che non apparteneva a quello stile di danza, e che costringeva noi pubblico a vedere la stessa coreografia ben tre volte, dimostrazione compresa.
Un serale veloce, nuovo, con lo spettacolo al servizio del pubblico.
L'assenza di televoto, come ovvio che sia, elimina i tempi morti che i cerimoniali di questo richiedono.
Un disappunto però mi sento di muovere alla formula, ormai arcaica, dell'eliminazione a fine gara. La prima considerazione è che trovo abbastanza paradossale chiedere alla squadra vincente di fare un nome della squadra perdente che deve abbandonare il programma: a rigor di logica di gioco, la squadra vincente dovrebbe indicare il nome del più talentuoso, di chi rappresenta una minaccia alla propria vittoria. Ma in realtà (per forte senso etico??) questo non accade mai, preferendo, come giusto che sia ai fini dello show, di eliminare il meno capace.
In ogni qual modo a fine gara un componente della squadra perdente, tra i pianti, tra i rimorsi di non aver cantato come nelle aspettative, tra la rabbia di non essersi esibito, deve abbandonare il programma.
Io sogno un meccanismo di accumulo punti per gli allievi più meritevoli, così che arrivati in semifinale i 4 con punteggio più alto accedano alla finale.
Non sarebbe un messaggio migliore eliminare l'eliminazione?

Alzi la mano chi aveva detto che la registrazione avrebbe tolto pubblico...

Non avevo dubbi. Ero certo che la differita di Amici avrebbe giovato al prodotto finale e non avrebbe inficiato l'interesse del pubblico.
Partiamo dal presupposto che coloro i quali durante la settimana muoiono dalla voglia di scoprire cosa sia accaduto durante la puntata, di scoprire se il proprio beniamino sia stato eliminato o meno, sono quello zoccolo duro che al sabato sera non rinuncia alla puntata, e piuttosto organizza gruppi d'ascolto per seguire con amici la trasmissione preferita.
Coloro i quali invece si disinteressano di sapere in anteprima cosa accadrà nella puntata del sabato successivo, rappresentano quel pubblico non affezionato che fanno la differenza con i numeri della domenica mattina.
Intendo dire che destinatari della fuga di notizie sono soltanto gli addetti ai lavori e gli aficionados: la fetta di pubblico certa.
Per chi passa per caso su Canale 5 al sabato, vuoi perché dall'altra parte va in onda una sorta di talent misero, inutile, senza un senso, uno scopo, una finalità (va tuttavia premiato il coraggio e la voglia di sperimentare di una professionista come Milly Carlucci) ha davanti uno spettacolo nuovo, di cui non ne conosce il finale, che segue con la stessa suspence (o quasi) che avrebbe un aficionados che vedrebbe una diretta della trasmissione.

lunedì 4 febbraio 2013

Beyonce at Super Bowl 2013 - Tolti i capelli resta la voce. Solo quella


Beyonce è voce. E' solo voce e nient'altro.
Venire dopo Madonna riconosco non è facile, ma non si possono non fare confronti. Se non altro
si creano delle aspettative nate dai fasti, dalla scenografia e dagli effetti scenici che ancora si ricordano dello scorso anno.
Beyonce madrina del Super Bowl 2013 delude.
Tanto originale quanto discutibile il palco a immagine e somiglianza: lì ha osato troppo.
L'acme di creatività si raggiunge lì e lì finisce, in quanto a seguire scopriamo un pavimento led che regala, oltre che un tributo (non voluto) a Kylie Minogue, tante Beyonces in effetto caleidoscopio. Roba che Finotti relizzava a 15 anni. Rullo di tamburi: il pavimento si alza e diventa parete attraverso il quale B. regala un effetto scenico di forte impatto. Si lo stesso fatto nel 2011. Si lo stesso scopiazzato alla nostra Cuccarini. Tommassini ancora vuole pagati i diritti.
Le coreografie ci sono, ma molto scarne. Lei è senza ombra di dubbio un animale da palcoscenico e quindi riesce ad avere 'all eyes on her' grazie soprattutto ai passi di danza imparati in mezzo le strade a 12 anni. Ed è subito ghetto style.
Where is corpo di ballo? E' praticamente sola sul palco. Lei e i suoi capelli: pensate che l'effetto sarebbe stato lo stesso se li avesse avuti legati? Io credo di no!
Ecco che arrivano a farle compagnia le amiche di sempre, le compagne di banco, di merenda, di beautiful e Will&Grace, le estetiste ufficiali: le altre due figlie del destino.
Rimpatriata tanto attesa e tanto amata dai più fedeli fan, quanto inutile ai fini dello show. La terza (considerando seconda Kelly Rowland) inutile era dieci anni fa e inutile è stata ieri sera. Caruccia: c'ha provato.
Lo show, senza quindi voler bocciare la performance nella sua totalità, decolla solo con Single Ladies.
I giochi d'artificio dietro di lei regalano quel poco di spettacolarizzazione fin ora assente. Lei si lascia andare, se la ride, balla e gioca con le signore (tante) e i signori (pochi) [Cit.] del pubblico. Single Ladies funziona se non altro per essere rimasta canzone iconica come la Macarena.
Finisce con Halo e lì ci vuole solo voce. Quella c'è, sempre! Alla faccia delle più cattive che speravano non ce la facesse senza playback. La chiusura è così tanto in bellezza che quasi dimentichi i primi 9 minuti di show. Ma poi torni indietro con mySky e vuoi correre su You Tube a vedere Madonna un anno fa.

mercoledì 14 novembre 2012

Ascolti Tv 13 Novembre - Numeri d'altri tempi

Voglio oggi dedicarmi ai dati d'ascolto della serata di Martedì 13 Novembre.
Sulla prima rete della Tv di Stato è andata in onda la 5° puntata della minifiction in sei puntate con Anna Valle e Neri MArcorè  Questo nostro amore, catalizzando davanti il teleschermo 5.838.000 spettatori. Su Rai 3 il classico appuntamento d'approfondimento politico del martedì sera Ballarò è stato seguito da 4.240.000 spettatori. Grande risconto di pubblico (5.355.000 spettatori) anche per il delizioso film proposto da Canale 5 con Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi La peggior settimana della mia vita, che anticipa il sequel Il peggior Natale della mia vita, nelle sale cinematografiche dal prossimo 22 Novembre.
Dati alla mano, circa 20milioni di italiani ieri sera hanno guardato la Tv mainstream. Il dato sorprende in quanto questi sono numeri che non si leggevano da anni e fa cadere il luogo comune secondo cui la frammentazione dei programmi, l'era satellitare, il digitale terrestre sarebbero la causa di una dispersione di pubblico. La serata televisiva di ieri ci dimostra invece come il pubblico non scappa laddove trova un prodotto di qualità, ma al contempo fruibile.

lunedì 29 ottobre 2012

Cielo che fuorigol. Ventura ritorna con Quelliche 2.0


“Cambieremo il calcio in tv”. Così alla vigilia della prima puntata di Cielo che gol parlò Simona Ventura. E dire che ci avevamo creduto, ma prontamente si è auto-smentita ricreando (peraltro con le stesse poltrone) il salotto di Quelli che il calcio. Certo son lontani i tempi di quel circo che nulla aveva da invidiare alle domeniche di Maurizio Costanzo: manca il parterre di amici e amiche, manco i collegamenti dagli stadi con i figli di, mancano le schedine, manca Cristiano Malgioglio. In compenso non è una pura trasmissione calcistica per come era stata venduta. Sono gli stessi amici di De Sica, protagonista dell’intervista “social”, a stupirsi della sua presenza lì in quanto ignorante in materia di calcio. Forse se avessero saputo che sarebbe stato ospite a Quelli che… avrebbero storto meno il naso. Ma si sa, quella di Rai2 è una trasmissione di intrattenimento, con piccoli segmenti calcistici. E alla fine della fiera poco importa non avere i diritti: non sono i collegamenti dagli stadi, piuttosto che i gol in diretta (che comunque vengono comunicati) a fare la differenza. A portare un'egregia trasmissione a casa è Virginia Raffaele, sono i tre del Trio, è la stessa Victoria Cabello, ironica, autoironica, intelligente nel continuare a giocare sul suo cavallo di battaglia “non capisco nulla di calcio ma intanto sto qui”.
Certo tra le due trasmissioni si sente fortemente la differenza di competenza in campo di calcio: se la Cabello può contare solo su Massimo Caputi e sul commento di qualche tifoso in studio, Simona Ventura ha dalla sua l’intera squadra di Sky, telecamere in campo, negli spogliatoi, telecamere all’arrivo di squadre e società, commenti di giornalisti sportivi in studio.
L’errore è di fondo per entrambi le trasmissioni: quando non si prende una linea precisa, quando si tenta di fare un po’ di tutto, il pericolo insalata russa è dietro l’angolo. Cielo che gol è leader nel campo: sono superflui i momenti di intrattenimento, le interviste a De Sica e Briatore, l’ospite musicale, la marketta a X Factor (un classico a cui proprio non riesce a rinunciare la Ventura quello di infilare le sue trasmissioni in un unico calderone). Sono tutti elementi che ne fanno di Cielo che gol un ‘Quelli che il calcio targato ventura-bis. Lei stessa aveva rassicurato che non si sarebbe trattato di un Quelli che il calcio satellitare: “si offende la mia intelligenza se si pensa che possa fare su Sky Quelli che il calcio o l’Isola dei famosi”. Ecco ora aspettiamo solo che ritorni l’isola, ormai orfana di mamma rai.
Così come inizia a fare un po’ ridere Quelli che… nel parlare di calcio, non avendo gli strumenti che ha il competitor Sky. Quelli che il calcio è come un ragazzino sfigato che si presenta con 10 Swatch a un meeting di collezionisti di Rolex.
Dicendo ciò non intendo mica mettere in panchina Caputi: rinunciare magari ai gol comunicati in diretta, ridurrebbe l’effetto “vorrei ma non posso”. D’altro canto sarebbe un suicidio per Quelli che… rinunciare del tutto al calcio, in quanto questo resta l’unico collante tra il mondo radical chic di quella crew e quello del pubblico da domenica pomeriggio.
Al contempo se Cielo che gol rinunciasse all’intrattenimento sarebbe una perfetta trasmissione calcistica. Ma francamente ne sfugge la ragion d’esistere, in quanto i fruitori di questa dovrebbero essere coloro i quali non possiedono né Sky né Mediaset Premium per guardare il calcio in diretta. Ma considerando che Sky vanta più di 5milioni di abbonati e molte sono le famiglie che si affidano a Mediaset Premium per seguire il calcio la domenica, la cerchia di coloro che la domenica pomeriggio vorrebbero seguire il calcio live si restringe agli ultrasettantenni che geneticamente non riescono ad andare oltre il 9 del telecomando.
Quella di ieri era dunque una Ventura fuori contesto, che cercava di incastrare il suo modo di fare Tv in un ambiente del tutto estraneo. È come se un esperto pasticciere andasse a cucinare in una rosticceria di alto livello condividendone la cucina: Simona sta stretta in questa doppia conduzione. A dirla tutto secondo il sottoscritto Simona Ventura non arriverà a mangiare il panettone con Donan. Se proprio dovessero tirarla per le lunghe, a maggio “Grazie e arrivederci”. Sempre che lei non si stanchi prima!

venerdì 28 settembre 2012

La coerenza della politica italiana


"Equitalia fa estorsione"  (cit.Berlusconi)
 - Equitalia è una società pubblica istituita con dl del 2005 sotto il terzo governo Berlusconi

Ottobre 2011. Ddl intercettazioni. Questi, due emendamenti del PDL:
-Divieto di pubblicazione delle intercettazioni fino all’udienza filtro e carcere da 6 mesi a 3 anni per i giornalisti che pubblicano intercettazioni irrilevanti
A cui seguivano commenti del tipo:
-Il carcere per i giornalisti è una pena detentiva sicuramente congrua per chi viola norme così importanti sulle intercettazioni

E perchè oggi le stesse persone parlano di regime dittatoriale in relazione alla condanna di un giornalista ?

Mi chiedo B. cosa stesse facendo quando veniva istituita Equitalia o quando si parlava di carcere per giornalisti? Aveva forse la bocca occupata a leccare fighe?
E te devo pure votà ad Aprile? A RIDICOLO!